Lunga esposizione e zanzare

Benvenuta/o su T.R.I Foto, io sono Riccardo e oggi voglio raccontarti di una delle mie prime esperienze con la lunga esposizione, la fusione delle immagini su Photoshop e le zanzare (anche se con queste non è certamente la prima volta che ci incontriamo.)

Maestrale

Si sa, la Sardegna è un luogo dove il maestrale fa spesso visita e d’estate, quando arriva e spazza via il caldo soffocante, lo accogliamo sicuramente con grande piacere. Torniamo tutti a respirare e i surfisti scivolano tra le onde.

Era proprio una di quelle giornate estive, il maestrale rendeva la spiaggia “impraticabile” sollevando i granelli di sabbia fino a farteli entrare dritti dritti negli occhi. Se lo hai provato, converrai con me che non è una cosa tanto simpatica. Quindi, meglio evitare. Tra me e me penso: “Niente spiaggia oggi, cosa posso fare?

Mare come la seta

Ma certo, la risposta arriva in maniera spontanea e semplice.

Lunga esposizione!

Quale giornata migliore per sperimentare una lunga esposizione e trasformare il mare dandogli quel bell’effetto setato?

Deciso. Fotocamera, obiettivo, treppiede… tutto dentro lo zaino. Si parte.

Arrivo a San Giovanni di Sinis, che se sei sardo/a, conoscerai sicuramente. Se non sei sarda/o, invece, è un bellissimo mare che posso descriverti con le parole del sito SardegnaTurismo, che mi trovano totalmente d’accordo:

“Uno dei luoghi più suggestivi del golfo di Oristano, parte centro-occidentale della Sardegna: colori sgargianti in ogni stagione, mare cristallino e panorama mozzafiato, ovunque si diriga lo sguardo, scenografiche insenature.”

Se ti va, facci un salto, non te ne pentirai.

Ma ora torniamo a noi, dove ero rimasto? Ah si, arrivo sul posto. Passo dopo passo mi ritrovo con al mio fianco la bellissima Torre di San Giovanni, tra me e me penso “Oggi voglio immortalarti, vediamo cosa uscirà fuori”.

Mentre passeggio mi godo la costa e il suo bellissimo paesaggio, la potenza delle onde del mare mosso e la forza del vento che soffia.
Mi lascio dietro la Torre, supero alcune calette, cammino su una distesa di pietre nere e grigie e la Torre, alla quale davo le spalle, me la ritrovo davanti. Posso ammirane la sua bellezza anche se siamo un po’ distanti.

Do uno sguardo qua, uno sguardo là, scelgo dove posizionarmi. Alla mia sinistra una roccia alta forse 2m e mezzo o poco più, che smorza l’incessante carica del vento.

Posiziono il treppiede, ci monto sopra la reflex e si comincia.

Zanzare

Era tutto troppo bello, fino a quando… eccole arrivate, le zanzare. Mentre camminavo, col vento, non le percepivo. Stando fermo, invece, era quasi un’invasione. Il tramonto si avvicinava ed ero lo spuntino perfetto per loro prima che si congedassero sotto la luce di qualche lampione durante il buio notturno.

Reminder per la prossima volta: “Un barattolino di Autan da tenere sempre in borsa, non si sa mai.”

Non voglio demordere e mentre ne scaccio una, poi un’altra e un’altra ancora, (e così all’infinito), continuo a scattare.

Click

Ma ora veniamo agli scatti. Facendo alcune prove notavo che, quando la parte sottostante dell’inquadratura con il mare e le rocce veniva esposta correttamente, il cielo veniva bruciato. E viceversa.
Allora ho deciso di effettuare due scatti identici, ma cambiando solamente il tempo di scatto, sono passato quindi da ISO 100 – f/22 – 30sec. a ISO 100 – f/22 – 15sec.

Questi i due risultati usciti caldi caldi dalla fotocamera.

Fotografia mare lunga esposizione
Fotografia mare lunga esposizione

Non mi sono dimenticato delle zanzare, guarda qua quante! 🦟 🦟 🦟
E queste sono quelle davanti all’obbiettivo, senza contare quelle sopra, affianco e dietro di me.

Zanzare nel cielo

Ora torniamo agli scatti. Click, click, click… continuo a fare prove su prove, cambio posizione del treppiede, cambio composizione: sempre meglio qualche scatto in più che uno in meno.

Il sole tramonta, la luce non è più quella delle migliori e non mi va di aumentare troppo gli ISO per riempire le foto di rumore, quindi si rientra a casa.

Post produzione

Mi sono divertito e ho preso vento, ora mi metto davanti al PC. Fatta una cernita delle foto, quelle che non mi piacciono, via, cancellate, quelle in forse le metto da parte e infine mi dedico a quelle che penso possano andare.

Scelgo le due foto che ho condiviso prima, le apro su Lightroom, modifico alcuni parametri (esposizione, contrasto, luci, texture, nitidezza ecc.) e dopo qualche maschera unisco i due scatti su Photoshop.

A questo punto mi ritrovo le foto su due livelli separati. Scelgo il livello che contiene le rocce e il mare esposti nel migliore dei modi e tengo quello come base. Al che creo una nuova maschera sul livello aggiungendo una sfumatura, in questo modo riesco a recuperare il cielo dell’immagine sottostante. Ecco le due immagini fuse.

Sarò sincero, era la prima volta che provavo un procedimento del genere, infatti ho preso spunti da qualche tutorial sparso qua e là nella rete. Non è stato semplicissimo perché ognuno diceva cose differenti e proponeva risultati differenti. Ho dovuto provare e riadattare tutto alla mia situazione. Vorrei essere più specifico, ma devo ancora capire meglio come si fa. 😂

Devo consolidare la tecnica e migliorarla e imparare ad usare meglio sia PS che LR. Ma sono qua proprio per questo, per imparare e condividere il mio percorso in questo fantastico mondo.
Quindi, se tu che mi sta leggendo hai qualche indicazione costruttiva o consiglio/tecnica da condividere, sarò ben lieto di leggerti.

AI

Siamo quasi arrivati al termine, mi stavo dimenticando di un particolare. Grazie all’AI di Photoshop ho potuto eliminare queste piccole piantine che agivano da elemento di disturbo nella composizione che ho voluto creare. Ecco il prima e il dopo.

Fotografia scogli pre AI Photoshop
Fotografia scogli post AI Photoshop

L’AI è sicuramente un argomento controverso nel mondo della fotografia, io personalmente penso che sia un ottimo strumento, è giusto stare al passo coi tempi. Velocizza alcuni processi, ad esempio puoi evitare di stare troppo tempo dietro a pennelli correttivi e timbri clone e dedicarti ad altre cose più importanti e rilevanti.

Allo stesso tempo è uno strumento che bisogna imparare a dosare e utilizzare solamente in determinati casi, senza esagerare e stravolgere lo scatto. Ci deve aiutare a valorizzare la composizione, già ideata e stabilita possibilmente prima dello scatto.

Risultato finale

Dopo prove, errori, esperimenti, ecco il risultato finale. Essendo la prima volta con questa tecnica credo di potermi ritenere soddisfatto, mi piacerebbe sapere anche tu cosa ne pensi, lascia pure un commento qui sotto.

Ecco lo scatto.

Fotografia lunga esposizione Torre San Giovanni di Sinis

Inserendo la foto nell’articolo ho dovuto ottimizzarla, sicuramente un po’ di qualità è andata persa. Tramite questo link puoi vederla con una risoluzione migliore: https://trifoto.it/wp-content/uploads/2023/09/Mare-come-seta.jpg

Saluti

Siamo arrivati alla conclusione dell’articolo, se sei arrivata/o fin qui spero che questa lettura sia stata di tuo gradimento. Ripeto, se vuoi condividere un consiglio o una tua esperienza simile, lascia pure un commento qui sotto. Sarò ben lieto di leggerti.

Riccardo

PS: Se ti va di fare un salto a San Giovanni di Sinis trovi informazioni utili su questo link di SardegnaTurismo 🌊: https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/san-giovanni-di-sinis

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